Il Cancellino della Storia

Il mestiere dello storico é un mestiere di “topo d’archivio”. Lungi dall’essere denigratorio – per questo motivo ho usato le virgolette – il termine indica la faticosa pazienza di ricerca di prove documentarie che caratterizza questo mestiere. Talora queste prove si presentano altamente ambigue, e occorre anche interpretarle.

Questo concetto é ben presente nelle amministrazioni di tutti i governi, in particolare in quelle di regimi autoritari e dittature, e le tracce delle loro azioni sono soggette a regolari revisioni e spesso, ovunque sia possibile, a correzioni.

Una delle preoccupazioni dei regimi autoritari e con organizzazione piramidale é il desiderio di mantenere l’immagine di fedeltà e unità di intenti a un capo o a un’ideologia. Di conseguenza, occorre prendersi cura di divergenze e defezioni ideologiche, specie se corroborate da documentazioni – in particolare quelle visive – seguendo varie modalità.

Se anticamente venivano riaggiustati affreschi e dipinti, nell’era moderna foto e video sono la maggior preoccupazione dei custodi dell’ideologia, o della fede.

Un esempio di passaggio manipolato tra dipinto e riproduzioni fotografiche lo possiamo rinvenire in un dipinto cinese esposto al Museo della Rivoluzione Cinese a Pechino.

Il dipinto, ad opera di Dong Xiwen, rappresenta il presidente Mao Tze Dong durante un discorso ufficiale in occasione della cerimonia di fondazione della Repubblica Popolare Cinese, mentre dietro sono riuniti gli alti dignitari del partito e del governo. Si possono riconoscere Ciu En Lai, Liu Shao Shi, e molti altri porporati del regime.

Il discorso di Mao – Prima Versione

Il pittore viene richiesto, nel 1968, di cancellare Liu Shao Shi, caduto in disgrazia e cacciato dal partito.

Un secondo ritocco avviene nell’81, dove Liu Shao Shi, riabilitato, riappare al suo posto. Ma nel frattempo era anche stato aggiunto un nuovo personaggio. Si tratta di Hua Kuo Feng, successore di Mao. FB6B77DE-5593-4578-8013-5FD6AB369028La cerimonia rappresentata nel quadro risale al 1949 e Feng, ancora molto giovane, non poteva essere nel gruppo dei padri fondatori dello stato cinese. Ma per legittimare la la continuità del potere la sua presenza sembrò fondamentale.

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Spostandoci in Unione Sovietica, questa pratica era stata inaugurata decenni prima, con la famosa foto del comizio di Lenin su di un alto podio di legno. Nella prima versione, sulla destra alla base del podio appare Trotzkij. Una volta esautorato dal partito, Trotzkij sparisce e il podio di legno viene allungato a coprire il buco.

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Il ministro della propaganda del Terzo Reich e governatore (gauleiter) di Berlino, Josef Goebbles, si innamorò e sposò una ragazza avvenente di nome Magda Ritschel. Magda divenne molto amica di Hitler, e secondo lo stesso Goebbles, troppo amica, anche se non risultano prove di una relazione extraconiugale tra lei e il Führer. Il rapporto tra i Goebbles si deteriorò, e il ministro alla fine si innamorò di una impiegata del suo staff. Chiese a Hitler il permesso di divorziare e di sposare la sua amante. Hitler non glielo concesse e Goebbles entrò in crisi, fino a tentare il suicidio. EE4AAACA-8A68-4891-85DA-D99F9E1AE2BDNon si può dire se a causa di questo problema per qualche tempo il suo potere diminuì e con esso la sua “presentabilità” ufficiale, ma é certo che in una foto in cui veniva ritratto, sorridente, in compagnia di Hitler e della famiglia della regista Leni Riefenstahl, il reichminister venne cancellato.

La Cecoslovacchia, quella sfortunata nazione nata dopo la Grande Guerra come paese culla di arte, letteratura e cultura, terminò la sua esistenza con l’invasione nazista che ne divise il territorio in Protettorato di Boemia e Moravia, e Stato Slovacco. Rinacque per qualche anno, dalla fine della Seconda Guerra Mondiale fino al 1948, con la presa di potere dei comunisti pilotati da Mosca. La dichiarazione del nuovo corso venne descritto con amara tristezza da Milan Kundera, nel suo romanzo “Il Libro del Riso e dell’Oblio”:

“Nel febbraio del 1948 il dirigente comunista Klement Gottwald si affacciò al balcone di un palazzo barocco di Praga per parlare alle centinaia di cittadini che gremivano la piazza della Città Vecchia. Fu un momento storico per la Boemia. Un momento fatidico, come ce ne sono uno o due in un millennio.
Gottwald era circondato dai suoi compagni e proprio accanto a lui c’era Clementis. Cadeva la neve, faceva freddo e Gottwald era a capo scoperto. Clementis, premuroso, si tolse il berretto di pelliccia e lo mise sulla testa di Gottwald.
 La sezione propaganda diffuse in centinaia di migliaia di copie la fotografia del balcone da cui Gottwald, con il berretto di pelliccia in testa e i compagni al suo fianco, parlava al popolo. Su quel balcone cominciò la storia della Cecoslovacchia comunista.
Sui manifesti, nei libri di scuola e nei musei, ogni bambino conobbe quella foto.
Quattro anni dopo Clementis fu accusato di tradimento e impiccato. La sezione propaganda lo cancellò immediatamente dalla storia, naturalmente, anche da tutte le fotografie. Da allora Gottwald su quel balcone è solo. Là dove c’era Clementis c’è il muro vuoto del palazzo. Di Clementis è rimasto unicamente il berretto sulla testa di Gottwald.” 1519CF52-F8CD-4AC7-8D81-779E7C070D5F

Vladimir Clementis fu epurato dalla storia della Cecoslovacchia – e dalla faccia della terra – per lasciare solo il padre fondatore del nuovo stato. Solo il suo colbacco ha resistito ai processi di Praga.

La Cecoslovacchia rinasce nuovamente il 30 marzo 1968. All’interno delle mura del Castello di Praga si trova la cattedrale della città, San Vito. Davanti a popolazione e fotografi vi sono Josef Smrkovsky, presidente dell’Assemblea Nazionale, Alexander Dubcek, segretario generale del partito comunista cecoslovacco, e Ludvik Svoboda, futuro presidente della Cecoslovacchia. Dopo decenni di buio regime comunista, viene presentata una prima apertura democratica, storicamente definita come la Primavera di Praga. Il 20 agosto dello stesso anno il carri armati del Patto di Varsavia entrano in Praga, mettendo il paese sotto guarnigione militare e ponendo drasticamente fine alle riforme democratiche. Il giorno dopo una compagnia di paracadutisti russi arrestano Smrkovsky, Dubcek (insieme al nuovo primo ministro Oldrik Cernik) e caricati su un aereo per Mosca. Incomincia quel lungo periodo che venne definito eufemisticamente di “normalizzazione”, e normalizzate furono anche le documentazioni fotografiche. Improvvisamente la casetta sulla destra dell’immagine viene spostata verso il centro. Alexander Dubcek é sparito. O quasi, poiché la punta del suo piede sinistro non viene cancellato, sopravvivendo, come il cappello di Clementis, al cancellino del regime.

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Nel mondo contemporaneo digitale, riscrivere i diari delle nostre esistenze come i politici riscrivono le parti incresciose del loro mandato. Siamo venuti particolarmente carini in quella foto al mare? Peccato che di fianco a noi appaia la nostra ex fidanzata o fidanzato. Un tempo, sulle fotografie tradizionali – stampate in positivo da un negativo – si grattava via con un oggetto acuminato l’antico amore, ormai diventato una fastidiosa intrusione. Oggi vi sono applicazioni e software gratuito che fanno un lavoro ben più accurato sulle foto digitali, anche se talora punte di piedi o cappelli continuano a sfuggire alla nostra attenzione.

Tuttavia, mentre il soccombere al desiderio di correggere le nostre biografie é quasi sempre da considerarsi un peccato veniale, a livello di gruppi, organizzazioni sociali, amministrazioni piccole o grandi rappresenta sempre una spia di disfunzionalità, di timore della dissidenza, tipico di organizzazioni rigide e fondate sulla applicazione impositiva di un ordine che non ammette divergenze. Talora si possono scoprire tali magagne fin dagli albori di un movimento, di un’organizzazione politica o anche aziendale.

Nell’ottobre del 2017 la consigliera al comune di Torino Stefania Baltzella esce dal Movimento Cinque Stelle, gruppo politico di maggioranza, sentendosi già da tempo emarginata all’interno dell’amministrazione e del movimento politico, subito coperta da una caterva di insulti da varie parti del M5S. In novembre, la ex collega Francesca Frediani corregge una foto ufficiale del gruppo consiliare del Movimento che attornia il suo leader, Beppe Grillo. La consigliera dissidente Baltzella é svanita.E1F1D813-72C9-4A6A-8703-57E00A7270D0

L’azione é stata un’idea personale di una consigliera del Movimento Cinque Stelle, tuttavia la dirigenza del movimento non si é pronunciato a condanna di tale gesto. Dal mondo trasparente dei social media il cancellino digitale é divenuto notizia – e critica – dei mass media, causando la rimozione della fotografia purgata. Nella semiotica storica delle politiche nelle società dell’uomo rimane però un segno da non sottovalutare. Nei regimi, storicamente, migliaia quando non milioni sono stati cancellati dalle biografie degli stati come fastidiosi “ex”. Forse bastava controllare gli affari di gruppi politici e movimenti rivoluzionari o riformatori più da vicino, quando erano gruppi di minoranza.

Guido Valobra De Giovanni

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