L’Effetto Lucifero nel nostro condominio

In acluni articoli precedenti ho discusso l’effetto di di ambiente e situazione per quanto riguarda la trasformazione in negativo di chiunque.  La più conosciuta è probabilmente la riunione di condominio. Questa mattina, su La Stampa di Torino, Massimo Gramellini ne presenta uno degli esempi più tristi, che qui vi ripropongo:

27/02/2015
MASSIMO GRAMELLINI

ottobre ricevetti una mail da Stefano Martoccia, ingegnere torinese di trentatré anni colpito da un tumore alle ossa che gli era costato l’amputazione della gamba destra. Stefano abitava all’ultimo piano di una casa senza ascensore e aveva informato i coinquilini dell’intenzione di installarne uno a sue spese. L’assemblea di condominio – luogo tra i più ottusi ed efferati dell’umanità, al cui confronto il Parlamento è un covo di idealisti – aveva negato l’assenso. La legge consentiva a Stefano di procedere. Ma il dominus dell’assemblea, titolare della maggioranza dei millesimi, aveva opposto ostacoli ed eccezioni, arrivando a insinuare che il giovane volesse costruire l’ascensore con gli incentivi concessi ai disabili per aumentare il valore del suo appartamento e poi rivenderlo. Aveva preteso che Stefano sottoscrivesse un documento in cui si impegnava a rimuovere l’impianto, in caso di cessione della casa, e a utilizzarlo in esclusiva, negando le chiavi dell’ascensore a parenti e infermieri. Stefano si era rifiutato di firmare e mi aveva manifestato il suo dolore stupefatto per le soglie di cattiveria a cui può giungere un essere umano. I suoi condomini, scriveva, erano frequentatori assidui della parrocchia. Devoti al prossimo, purché non abitasse a casa loro.  

 

Girai la mail alla collega Maria Teresa Martinengo, che scrisse un articolo sul giornale nella speranza che qualcuno si vergognasse. Ma nessuno si vergognò. Per non perdere energie che gli servivano altrove, Stefano accantonò il progetto dell’ascensore e si trasferì nell’appartamento del cugino al pianterreno, dove una morte più misericordiosa degli uomini è venuto a prenderlo ieri mattina.  

 

 

Esempi di situazioni e ambienti che trasformano i singoli ne abbiamo notizia ogni giorno.  Le guardie carcerarie che hanno insultato il carcerato rumeno suicida su Facebook la settimana scorsa sono un altro esempio ecclatante.  Se l’ambiente carcerario è abbrutente per i carcerati, lo sarà anche per le guardie. Come nel caso dell’ investigazione del Professor Zimbardo sullo scandalo della prigione militare di Abu Ghraib, le autorità si sono subito affrettate a difendere la categoria delle guardie carcerarie, sottolieando che una manciata di persone senza cuore non poteva rappresentare l’intera categoria.  Sarebbe interessante scoprire se costoro hanno sempre dimostrato tendenze crudeli, o se un certo ambiente non evisceri dal profondo il peggio di una persona, e non favorisca, più o meno intenzionalmente, certi comportamenti.  Ovvero, più che di “mele marce”, si dovrebbe parlare di canestro marcio, il canestro che contiene le mele. Naturalmente, e non ci si stancherà mai di sottolinearlo, non si tratta trovare scusanti, ma di analizzare. 

 

Guido Valobra de Giovanni

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